Credere è anche un mezzo per appartenere ad una comunità, soddisfacendo così uno dei più importanti bisogni umani. Infatti, credendo in certe sedicenti verità si appartiene automaticamente alla comunità di coloro che credono nelle stesse verità. Ma non debbono essere verità ovvie, altrimenti sarebbe come appartenere all'umanità in generale, cosa poco utile ai fini della solidarietà.
Ogni cosa che facciamo, pensiamo o sentiamo, e che non facciamo, non pensiamo e non sentiamo, ci qualifica, cioè definisce una nostra appartenenza a certe categorie di umani, valutate in un certo modo dagli altri. In altre parole, ogni cosa che facciamo, pensiamo e sentiamo, e che non facciamo, non pensiamo e non sentiamo, ci conferisce un certo valore o disvalore in quanto persone rispetto ad altre persone.
Credevo che fosse l'ignoranza il vero problema centrale di fondo e causa di molti problemi o incomprensioni...finché poi capii che c'era un individuo ancora peggiore dove neppure lei, episteme, riusciva a far breccia in quella solida, oramai, dura corteccia: lo stupido.
La psicoterapia è come imparare a suonare correttamente, leggendo le note, uno strumento musicale dopo averlo per anni suonato male ad orecchio. Si comincia con la teoria, la lettura delle note, e poi ci vogliono tante ripetizioni, tante prove, finché non si disimparano le vecchie cattive abitudini e il suonar bene non diventa automatico.
Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Anzi, considerata la stupidità della maggioranza degli uomini, è più probabile che un'opinione diffusa sia cretina anziché sensata.